La retribuzione professionale docente deve essere corrisposta anche agli insegnanti con contratto a tempo determinato che non hanno un incarico annuale ma che svolgono la loro attività con incarichi limitati nel tempo. A stabilire questo principio è la sezione Lavoro del tribunale di Salerno (giudice Anna Maria D’Antonio) che accoglie il ricorso presentato da una docente salernitana - seguita dallo Snals e difesa dall’avvocato Adriana Cioffi – che condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito, al pagamento “aggiornato” in favore della professoressa della “retribuzione professionale docenti” per i periodi in cui ha prestato servizio.
Una controversia quest’ultima che verte sul diritto del personale docente assunto con contratti a tempo determinato per brevi periodi (diversi dai contratti a termine sino al 31 agosto ovvero al 30 giugno di ogni anno) a percepire la retribuzione professionale docenti prevista dal Contratto collettivo nazionale.
Una sentenza, dunque, che estende il diritto al compenso dei prof di ruolo anche ai precari, con contratto a termine non annuale.
Naturalmente soddisfatti sia la docente, che adesso dovrà ricevere gli arretrati comprensivi degli interessi legali, che lo Snals, che vede garantito quello che, da sempre, il sindacato considerava un diritto che adesso è stato riconosciuto anche dal Tribunale. «La struttura della retribuzione del personale docente, educativo ed Ata. appartenente al comparto della scuola spiega il segretario provinciale dello Snals, Pasquale Gallotta - si compone di diverse voci, fra le quali il trattamento accessorio. Uno dei trattamenti accessori della retribuzione è la retribuzione professionale docenti. Secondo la tesi accolta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, l’emolumento in questione può essere erogato solo nel caso di supplenza annuale o fino al termine delle attività didattiche, e non quindi ai docenti assunti per supplenze di minore durata». Finora, dunque, veniva applicato questo schema retributivo che, però, è stato completamente sovvertito dalla sentenza del tribunale salernitano, secondo il quale devono essere conteggiate, alla stessa stregua della retribuzione professionale, anche le mensilità lavorate a tempo determinato.
Una decisione che apre le porte ad altri ricorsi da parte di docenti che finora si sono visti negare la retribuzione professionale, proprio per via del loro status di precari con contratti più brevi rispetto a quelli annuali.
Proprio per questo motivo lo Snals è proprio a dare la propria consulenza, caso per caso, e invita i docenti a a recarsi presso gli studi legali segreteria provinciale del sindacato per una valutazione delle singole posizioni.
Gaetano de Stefano
Fonte "La Città" di Salerno
